La chiesa parrocchiale di Bagnolo in Piano fu dotata dal 1904 al 2003 dell’organo Giosuè Battani, discendente della famiglia di organari originari dell’appennino modenese che costruirono diversi strumenti: buona parte di questi trovano collocazione nel crinale tosco-emiliano, alcuni anche in pianura (tra cui quello nella chiesa della Marina di Cagliari).
Dell’organo si hanno poche notizie; costruito in economia ma in linea con la tipica e tradizionale tecnica di Giosuè Battani, fu collocato nella chiesa di Bagnolo in cantoria in Cornu Epistolae nel 1904. Dai registri parrocchiali emerge che uno strumento esisteva e suonava fin dal 1820, anno in cui vennero fatte un’accordatura e una ripulitura. Sono registrati i pagamenti agli organari, organisti e levamantici ma non vengono annotati dati tecnici. Il 9 ottobre 1822 il prevosto don Paolo Lorenzo Grizzi, che resse la parrocchia dal 1816 al 1834, redasse un Inventario generale in cui scrisse: “…due cantorie di legno nuove lateralmente all’altare maggiore. Un organo di otto piedi, di nove registri co’ contrabbassi…”.
Sul cartiglio interno del somiere dell’organo viene menzionato anche Antonio Battani, che era il padre di Giosuè ma che morì prematuramente il 30 luglio del 1904, proprio l’anno di costruzione dell’organo di Bagnolo. Antonio apprese l’arte organaria dal padre Giacomo e dal fratello di sua madre, don Tommaso Piacentini. All’inizio del 1900 furono coadiuvati dal cugino di Antonio, tale Turrini Claudio.
Nel 1943, anno dell’ingresso di don Giuseppe Barbieri a Bagnolo, lo stesso sacerdote annotò sul registro inventariale degli arredi: “Sui fianchi del presbiterio sorgenti sono le due cantorie in legno dipinto a calce; di esse quella dell’organo è pericolante. Sulla cantoria destra è internato l’organo costruito dalla ditta Battani nel 1904, ancora in buono stato, però ha bisogno di un ripasso”.
Dal registro di fabbriceria della parrocchiale risulta che nel giugno 1944 furono spesi “Per sistemazione dell’organo: ventilatore elettrico, tremolo e griglia espressiva £ 14.000”.
Nel 1949 le cantorie vennero abbattute in quanto pericolanti e l’organo fu trasferito a pian terreno nella cappella attigua al presbiterio. Fu l’organaro reggiano Emilio Catellani a svolgere questa trasferimento per la somma di £ 260.000. La nuova collocazione risultò di lì a poco molto infelice in quanto solo una minima parte del suono dell’organo, racchiuso in cappella, poteva espandersi nell’aula assembleare. Per ovviare al problema fu aumentata a dismisura la pressione del mantice mettendo a dura prova tutte le parti a tenuta.
Nel cartiglio esterno appositamente applicato da Catellani nel 1949 ci sono incongruenze con quello interno: egli infatti non menzionò Antonio Battani e segnò un numero d’Opus 50 anziché 49.
E’ risaputo che Don Giuseppe Barbieri fu grande appassionato di musica e del bel canto al punto da essere stato tra coloro che incoraggiarono il soprano bagnolese Ilva Ligabue (1928-1998) allo studio in Conservatorio e alla carriera concertistica. Ebbe anche un’attenzione particolare verso la liturgia (fece parte anche della prima commissione liturgica diocesana) e con notevoli sforzi fondò a Bagnolo due Schole Cantorum (una maschile ed una femminile). Organista di quegli anni fu il maestro Cesare Augusto Bernini, non vedente, che si dedicò anche alla composizione corale con la pubblicazione di messe, mottetti e madrigaletti con una attenzione particolare alle voci bianche.
Nel 1963 don Barbieri firmò un contratto con l’organaro Guerrini di Bassano del Grappa per la costruzione di un nuovo strumento. Molto probabilmente i limiti evidenziati dal vecchio organo, uniti ai venti del rinnovamento liturgico musicale che stava per sbocciare, furono le ragioni di questa scelta. Venne data una caparra per l’inizio dei lavori e vennero fatti alcuni progetti: lo strumento, mantenendo la stessa gamma fonica, sarebbe stato ridisegnato. Le canne avrebbero trovato alloggio in una nuova cantoria, e la consolle elettrica sarebbe stata in posizione liturgicamente più consona.
L’inizio dei lavori però venne ritardata, pare per osservazioni e perplessità da parte dell’ufficio dei beni culturali della diocesi. Ne nacque una lunga ed elegante querelle epistolare tra lo stesso don Barbieri e Guerini; costui, morendo prematuramente, lasciò i figli indebitati e nell’impossibilità di proseguire l’attività organaria. L’organo Battani rimase al suo posto.
La morte di don Barbieri, avvenuta nel 1970, coincise con l’inizio di un decennio di inutilizzo dell’organo. Nella chiesa parrocchiale trovarono spazio per comodità e mutati gusti liturgico-musicali un Harmonium Galvan, un organo elettrofono Cei, oltre alle chitarre dei gruppi giovanili. Solo nel 1983 l’organo venne riutilizzato nella liturgia domenicale dopo una paziente ripulitura di alcuni parrocchiani.
A suonarlo fu il quindicenne organista Primo Iotti il quale, oltre a sostenere il canto della schola, lo utilizzò anche come strumento solista facendo riscoprire e maturare l’interesse nei più giovani sia per le possibilità timbriche e foniche sia per il vasto repertorio a disposizione.
A suonarlo fu il quindicenne organista Primo Iotti il quale, oltre a sostenere il canto della schola, lo utilizzò anche come strumento solista facendo riscoprire e maturare l’interesse nei più giovani sia per le possibilità timbriche e foniche sia per il vasto repertorio a disposizione.
Il giorno di capodanno del 1990 divampò in chiesa un incendio che non interessò direttamente lo strumento ma che costrinse i fedeli a non utilizzare la chiesa per oltre tre anni. Il silenzio forzato venne interrotto nel 1993 con la solenne benedizione del vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Giovanni Paolo Gibertini, dopo una ripulitura necessaria per rimuovere la fuliggine. Si occupò di questo intervento l’organaro modenese Alessandro Giacobazzi il quale rimosse anche la cassa espressiva. Negli stessi anni iniziarono a suonare l’organo altri ragazzi tra cui Lorenzo Iotti, Alberto Grassi, Lorenzo Zamboni e Francesco Davolio.
Nel 2003, dopo 10 anni di intensa attività sia organistica che corale, a sostegno anche della neonata Corale S.Francesco da Paola si dovette procedere al rapido smontaggio dello strumento. Il caldo di quella estate, ricordata negli annali come un anno particolare, rese vulnerabili le parti a tenuta, ormai completamente secche e deteriorate. Tale intervento si rese necessario inoltre perché, a causa delle infiltrazioni di acqua piovana dal tetto, dei calcinacci avevano ostruito le canne di basseria, i somieri e l’impianto pneumatico. Durante l’intervento di smontaggio fu anche rimosso un pericoloso tubo porta vento in amianto che faceva confluire aria dal mantice ai somieri. L’organo Battani fu smontato, censito in ogni sua parte e sistemato in idonei locali della parrocchia in attesa di un restauro e di una nuova collocazione. Il repentino smontaggio fu segnalato alla Sopraintendenza dei Beni Culturali, attraverso l’ufficio diocesano dei Beni Culturali.
Nel frattempo il parroco don Pasquino Fontanili acquistò, per le esigenze della parrocchia (in cui l’organo era utilizzato in tre messe domenicali) uno strumento d’occasione costruito dalla ditta austriaca Reinisch-Pirchner, che rimontato a tempo di record venne utilizzato a partire dal Natale 2003.
Il resto è storia di questi giorni: nell’autunno del 2006 l’organo Battani viene spostato dai locali parrocchiali di Bagnolo al laboratorio di Pier Paolo Bigi di Castellazzo (RE). Quest’ultimo è l’organaro al quale la parrocchia di Santa Maria affida il restauro.
La chiesa di S.Maria si ridona un “nuovo” organo meccanico come aveva nel passato.
Nel libro di Sergio Ciroldi “S.Maria il cammino di una comunità” sono annotate notizie storiche che danno per certa la presenza di un importante organo senza specificarne maggiori dettagli:
“1886-87 viene costruita addossata alla controfacciata della chiesa la nuova Tribuna per l’organo”.
E ancora: “7 giugno 1891: viene restaurato, dal maestro Eugenio Bonazzi di Modena, l’antico organo. Questo prezioso strumento musicale formato da 24 registri era presente e “ ben accomodato” nel 1799”.
Dal registro di fabbriceria viene annotato:
“1877 Pagato in varie volte a don Giuseppe Marioni per costruire l’organo £ 300”
“1881 Per riparazioni all’organo £ 30”
“1891 Per restauro dell’organo £ 362,29”
Il cartiglio interno sul fondo della secreta del somiere recita : “Hoc organum pneumaticum / sac(erdos) Joseph Marioni / anno MDCCCLXXV / fecit / Magister vero Eugenius Bonazzi / mutinensis hac in re celebris / magna ex parte / restauravit ad perfectionem adduxit / A(nno) D(omini) MDCCCLXXXVII / Praeposito Parocho Angelo Truzzi”.
L’organo venne presumibilmente smontato prima del 1939 anno in cui, il 17 settembre, il vescovo di Guastalla Mons. Giacomo Zaffrani, con solenne pontificale consacrò la chiesa dopo i restauri (tra cui lo smontaggio della tribuna, collocamento del rosone in facciata e costruzione e decorazione della nuova cantoria in Cornu Evangelii).
A testimonianza di questa collocazione temporale, nel registro di fabbriceria della Chiesa di Santa Maria della Fossa esiste questa registrazione significativa:
“25 maggio 1934: a Guidetti Fulgenzio per lavoro nella smontatura dell’organo in cantoria, prescritta da S.E. Mons. Zaffrani, onde dare luce alla chiesa pagati £ 20”.
Per accompagnare le celebrazioni solenni, l’organo fu sostituito con l’acquisto di un harmonium a pedale della ditta Giovanni Lanzani di Severo (MI), ancora oggi presente in chiesa, che venne collocato nella nuova cantoria. Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, probabilmente per recuperare risorse economiche da utilizzare in lavori di ripristino e restauro di altri beni parrocchiali, vennero vendute canne di metallo per un importo registrato di £ 25.800. Di questo strumento rimangono ad oggi presso la parrocchia il somiere maestro, la tastiera e diverse canne di legno.
Grazie alla sensibilità ed all’attenzione di alcuni parrocchiani, nonché ad una fervida attività liturgico-musicale, nella chiesa si potranno ancora ascoltare le note dell’organo: in questo caso il Battani.
Il 25 dicembre 2008, dopo cinque anni di silenzio, il vecchio organo di Bagnolo accompagna la solenne liturgia del giorno di Natale nella chiesa di S.Maria. All’organo Tino Accorsi il quale, attraverso la sua profonda passione e preparazione, sarà chiamato con altri ragazzi e ragazze che stanno compiendo gli studi musicali a continuare questa lunga tradizione.
Foto del primo organo bagnolese nella cappellina di Bagnolo…
…durante lo smontaggio…
…e nella nuova ubicazione a S.Maria.
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Dati tecnici dell’Organo “Battani”
Dati tecnici dell’Organo “Battani”
Località: Parrocchia di S.Maria della Fossa, Comune di Novellara, provincia di Reggio Emilia, Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, Vicariato IV
Organo: costruito nel 1904 da Giosuè Battani e restaurato dal Cav. Pierpaolo Bigi (Castellazzo, RE) nell’anno 2008
Cassa: lignea
Consolle: centrale
Tastiera: 58 tasti (Do1-La5)
Pedaliera: dritta 27 pedali (Do1-Re3)
Registri: azionati da manette, posti sul lato destro della tastiera:
Principale 16’ b (dal do2-do3)
Principale 16’ s (dal do3)
Principale 8’
Ottava 4’
XV 2’
XIX-XXII
XXVI-XXIX
Flauto 4’
Cornetta (dal do3)
Tromba
Voce umana (dal do3)
Contrabbasso 16’
Basso 8’
Trasmissione: meccanica
Mantici: due mantici a cuneo posti all’interno della cassa (di cui uno leva scosse) forniti di elettroventilatore
Unioni: 3 pedaletti Tasto al pedale – Ripieno – Ancie
Pressione: 56 mm in colonna d’ acqua
Corista: La=440 Hz a 20°C
Canne: di legno, lega di piombo e stagno e lega di piombo e zinco (27 di facciata) per un totale di n°690
Temperamento: Equabile