
“Le vicissitudini che mi hanno portato ad imbracciare una chitarra elettrica e farmi suonare su un palco di fronte a tante persone sono molte e diverse. Da quando a 8 anni è iniziato il mio cammino nel mondo della musica, per strada ho incontrato molti e simpatici compagni d’avventura: dapprima l’insipida coppia flauto dolce-solfeggio, poi il solito triste solfeggio abbinato al pianoforte, con la sua grande e profonda espressività, fino a che non ho indossato la mitica sei corde ed è stato amore profondo… ma soprattutto studio profondo. Sì… indossare, perché la chitarra, adesso come adesso, è parte del mio abbigliamento, è come un indumento senza del quale sinceramente mi sentirei nudo. Un ringraziamento speciale va proprio a Lei, la mia amata chitarra, non solo perché mi veste un po’ di più, ma anche perché, dopo tanto tempo, continua a farmi provare emozioni sempre nuove: mi permette di stare su un palco, di girare per l’Italia, di conoscere nuovi amici, ma soprattutto di fare ciò che mi diverte. Perché il trucco della splendida avventura che sto vivendo insieme ai Mirage è proprio il fatto che tutto questo, anche dopo tanto tempo, mi diverte e spero possa continuare ancora per molto.”